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Pubblicato originariamente nel 1998, accolto da una ventata di polemiche, e velocemente sparito dagli scaffali delle librerie, "Il male naturale", il più "sporco" e informe tra i libri di Giulio Mozzi, è diventato pian piano, negli anni, grazie all'affetto e alla tenacia di un manipolo di lettori, un autentico libro di culto. Ne "Il male naturale" Giulio Mozzi dispiega ancora una volta il suo sguardo attentissimo, quasi prensile, capace di farci apparire arcani e stupendi gli oggetti e le situazioni della vita più quotidiana. Solo che qui, in questo libro, lo sguardo penetra nei corpi, nella carne, nel sesso, e ci mostra come tutto ciò che è alla radice della gioia umana - la vitalità del corpo, la soddisfazione della carne, l'entusiasmo del sesso - a un'osservazione ravvicinata e meticolosa può apparire abitato dal male. Non un male morale, un male che sia colpa di qualcuno: ma un male naturale, costitutivo del nostro essere. Una nuova postfazione, scritta da Mozzi appositamente per questa edizione, racconta le disavventure nelle quali si può incorrere perché si è cercato di guardare ciò da cui tutti preferiscono distogliere lo sguardo. E un saggio di Demetrio Paolin mostra come la pratica di guardare l'inguardabile sia nient'altro che una pratica religiosa.